Alcol e patente: un calvario che può durare anni
25 Ottobre 2011Otto anni e nove mesi di passioni, spese ed ansie sono il tempo minimo necessario per rientrare nell’ambito della normale scadenza della patente di guida se si è stati intercettati da un controllo in stato d’ebbrezza o facendo uso di sostanze stupefacenti. Si tratta di un lasso di tempo minimo, che può aumentare, in funzione del tasso alcolico rilevato nell’infrazione. Per questo aspetto “misconosciuto” e non solo collaterale, se si viene trovati alla guida di un automezzo in stato d’ebbrezza, si rende ancora più attuale e concreto il consiglio “Se Guidi non Bere”.
Di dominio comune sono le conseguenze immediate: le detrazioni dei punti patente, la sospensione della stessa, la pena pecuniaria, il sequestro del mezzo e l’eventuale arresto, oggi commutabile in giorni di lavoro socialmente utile se non si è stati coinvolti in un incidente. Sono le norme previste dal Codice della Strada. Pochi sanno che poi vi sono una serie di “obblighi”, in seguito a quella che in senso lato viene definita “visita medica di controllo”. Si tratta della visita medica d’idoneità cui sottoporsi, presso la Commissione Medica Provinciale, e non solo presso il medico “monocratico” come avviene per il normale rinnovo della patente, alla scadenza. E’ un iter, stabilito dalle direttive del Ministero della Salute, variabile in funzione dei comportamenti del soggetto, delle risultanze delle analisi, delle visite mediche cui ci si deve sottoporre e da quanto previsto localmente con una certa indipendenza decisionale in ogni Regione e Provincia.
Si può abbozzare una stima che porta a quegli 8 anni e 9 mesi minimi che sono necessari prima di rientrare in quella che è la validità della propria patente. Solitamente 10 anni, per le patenti di categoria B sino ai 50 anni d’età. E’ il lasso di tempo in cui il malcapitato deve sottostare a controlli “sanitari” molto circostanziati, dal momento in cui la sanzione e quanto previsto penalmente prevedono la possibilità di rientrare in possesso della propria patente. Esami del sangue e delle urine, richiedibili a campione per tutta la sua successiva vita di automobilista, sono in grado di estrapolare la presenza di alcol e di droghe anche se si pensa di fare “astinenza” in un periodo precedente al prelievo. Il costo per sostenere questi esami è di almeno 74,79 €, a carico dell’interessato. Il prelievo a campione deve essere effettuato nei tempi richiesti dalla Commissione, fatta salva la revoca, nella validità, della patente. Vista l’idoneità degli esami e quella dell’aspetto psicologico, la patente di guida viene rilasciata, dopo la prima visita, per una validità massima di 3 mesi. Di seguito, ripetuto l’iter “clinico” e se tutto procede in modo ottimale, la successiva validità sale progressivamente a: 6, 12, 24 e 60 mesi.
Solo dopo questi 8 anni e 9 mesi si può rientrare nell’arco della normale validità del documento. Fermo restando che tutto funzioni al meglio, sia per le analisi sia per l’aspetto della valutazione psicologica. Cosa piuttosto difficile. Se in questo iter incappa un giovane neopatentato (tra i 18-20 anni), si valuta che ciò non gli consenta di rientrare nella normale scadenza patente prima del compimento del 33° anno d’età.