Pellegrino: “Nel Giorno del ricordo la necessità di chiarezza storica e culturale”
9 Febbraio 2017ROMA. “Con la conferenza stampa di oggi abbiamo portato un contributo alla costruzione della Storia, cui devono poter partecipare tutte le voci e le opinioni. Non è stato un incontro diretto alla polemica o allo scontro, ma invece a descrivere il contenuto del concetto ‘la più complessa vicenda del confine orientale’ espresso nella norma istitutiva del Giorno del Ricordo, ed a chiarire che non c’è ancora la parola fine al percorso di conoscenza, di costruzione della memoria collettiva e della definizione di un sistema di valori condiviso. Effettuare rigorosi studi scientifici è servizio alla collettività, per sottrarla al rischio del pensiero unico e delle strumentalizzazione: la ricostruzione del nostro passato ha bisogno dell’adeguata consapevolezza del peso valoriale del ciclo fascismo/guerra mondiale/antifascismo/resistenza partigiana nella nascita della Repubblica italiana e della sua Costituzione antifascista”.
Lo ha dichiarato la parlamentare Serena Pellegrino (SI) al termine della conferenza stampa su IL GIORNO DEL RICORDO, L’INSUFFICIENZA STORICA E CULTURALE DELLE PAROLE CHE LO ISTITUISCONO E LO CELEBRANO, cui hanno partecipato, oggi 9 febbraio, nella sala stampa della Camera dei Deputati, gli storici Alessandra Kersevan e Davide Conti. “Non sono una storica – ha detto ancora Pellegrino -, quindi oggi hanno soprattutto parlato gli storici che hanno difficoltà estrema a portare al dibattito nazionale i risultati delle loro ricerche, nel rispetto della più vasta ‘biodiversità intellettuale’, senza la quale, in maniera omologa alla Natura, non c’è vita e rigenerazione. Attraverso un contributo registrato, è intervenuto oggi Moni Ovadia che ha proposto una sintesi di folgorante semplicità: non riusciamo ancora a riconoscere che la responsabilità prima e soverchia dei fatti su cui riflettiamo il 10 febbraio è stata quella della guerra nazifascista. I cittadini italiani hanno diritto di sapere perché i loro connazionali subirono violenza tra il 1943 e il 1945 nel rispetto di una differenza definitiva tra resistenza antifascista e la guerra di sterminio, dominio e schiavizzazione voluta da nazisti e fascisti”.
“Quello descritto da Ovadia – precisa Pellegrino – è il contesto degli eventi che il Giorno del Ricordo si propone di commemorare, e la stessa norma di legge chiarisce che accanto alla tragedia delle foibe e dell’esodo ci sono i complessi e consequenziali fatti storici dei confini orientali che devono far parte di quella memoria senza la quale rischiamo di permettere che il peggio della nostra Storia possa ripetersi. Ho citato oggi il filosofo Todorov, che parla dell’armadio dei brutti ricordi, quel posto buio e pauroso dove è obbligatorio guardare per tenere bene a mente gli orrori e gli errori che non si devono fare più. Quell’armadio in Italia è appena stato dischiuso. Per amore di verità non dobbiamo temere la conoscenza e rigorosi studi storici per condividere collettivamente e comporre la memoria nazionale. Non ascoltare e non discutere è il vero negazionismo”.
Al termine della conferenza stampa, Serena Pellegrino è intervenuta in aula a Montecitorio, prendendo la parola per la commemorazione del 10 febbraio svolta dai deputati cui hanno partecipato tutti i gruppi parlamentari. La conferenza stampa è registrata sul sito della Camera dei Deputati http://webtv.camera.it/evento/10597