Nell’Ue si riconosce il ruolo del contadino: è un buon momento per le imprese
22 Gennaio 2016UDINE. “Rafforzare il ruolo del contadino nella catena alimentare” è considerata una priorità da molti cittadini europei. E l’altra priorità-chiave è la necessità di investire nelle zone rurali per stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. È quanto risulta da un recente sondaggio Eurobarometro su “Europei, agricoltura e PAC”, che ha fornito la cornice della discussione alla tavola-rotonda svoltasi oggi ad Agriest Land 2016 (in corso fino al 24 gennaio nel quartiere fieristico udinese), come evento di lancio del PSR 2014-2020.
A presentare i dati dell’indagine è stato il prof. Francesco Marangon, docente dell’Università di Udine e presidente della Società Italiana di Economia Agraria, che ha coordinato il dibattito d’apertura, intitolato “Per coltivare un futuro sostenibile”, al quale hanno preso parte l’assessore regionale alle Politiche agricole Cristiano Shaurli, Francesco Miniussi, Direttore Centrale Area Risorse Agricole, Forestali e ittiche della Regione e l’Autorità di Gestione del PSR 2014-2020, Serena Cutrano e il deputato friulano, on. Giorgio Zanin.
Secondo l’indagine illustrata da Marangon, “si riscontra un atteggiamento favorevole dei cittadini europei nei confronti di politiche economiche per la realizzazione di pratiche agricole a favore dell’ambiente e pertanto – ha proseguito il docente – vi è un contesto generale attento al ruolo sociale delle imprese agricole”. Questo fatto – hanno segnalato anche Miniussi e Cutrano – viene ben rappresentato dall’articolato insieme di misure di sostegno degli operatori regionali, come delineato dal Programma regionale di Sviluppo Rurale 2014-2020. I cittadini europei pensano che “le responsabilità principali dell’agricoltore e dell’Unione Europea siano fornire e garantire prodotti buona qualità, sani e sicuri”, ha continuato con forza Marangon.
A sintetizzare le linee guida della strategia regionale dello sviluppo rurale sono stati ancora Miniussi e Cutrano. “Quello del 2000-2006 è stato il primo Psr, strumento usato dalla Regione per programmare tutti gli interventi nell’ambito della politica comunitaria del primo pilastro”. La coesione tra le misure e gli strumenti attuativi si è creata nel settennio successivo. “Si è concluso da poco – ha dichiarato Miniussi – un Piano che ha favorito le sinergie tra imprese e settori, con un approccio integrale e olistico. Dal finanziamento delle strutture, si è passati a sostenere progetti per la valorizzazione dei prodotti e del territorio”. Sviluppando organicità tra agricoltura, turismo e gastronomia, si è contribuito a una “grande visibilità internazionale della regione Fvg e delle sue eccellenze agroalimentari, perché il legame prodotto-territorio è quello che paga di più”. Il PSR lanciato oggi cambia ancora, verso il meglio: non si ragiona più per assi, ma per priorità. “In gioco – ha concluso Miniussi – entrano questioni molti grandi, come l’emergenza ambientale e il cambiamento climatico, alla cui mitigazione l’agricoltura contribuisce con un ruolo di primo piano. La strategia di forte integrazione tra le imprese, già sperimentata, diventa ancora più importante perché una delle criticità nella nostra regione è la scarsa capacità di aggregazione, e laddove invece l’aggregazione c’è, i risultati si sono ottenuti”.
A Serena Cutrano, Autorità di gestione del Psr 2014-2020, è spettato il compito di illustrare l’avvio del Piano di Sviluppo Rurale. “Il Psr 2014-2020 avrà tre capisaldi: una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Tra le novità ci sarà lo sviluppo delle aziende agricole, una particolare enfasi verso un approccio collettivo, misure specifiche per l’agricoltura biologica e lo sviluppo di strumenti di auto governance”. La Cutrano ha poi illustrato le misure del nuovo Piano, sottolineando come un occhio di riguardo sarà dato a chi presenta progetti per aree rurali, per zone svantaggiate, nel settore biologico e ai giovani. “Abbiamo scelto di operare con il pacchetto giovani, ma – ha aggiunto la Cutrano – si premieranno anche le aziende che investono in termini di rafforzamento ambientale. Spingiamo anche sui progetti di filiera: la strategia emerge dal fatto che chi entra nella filiera, integrando attività diverse che fanno principalmente riferimento ad un unico tema, potrà avere una percentuale di contributo superiore rispetto a chi fa una domanda individuale”.
La Cutrano, ad esempio, ha accennato ai 40 milioni di euro stanziati per chi fa agricoltura in area montana, e al sostegno per chi ha svantaggi di carattere ambientale (non economica). Tra le curiosità, anche la misura per lo sviluppo di nuovi prodotti, come i fitocosmetici. “La maggior parte dei provvedimenti che votiamo alla camera in commissione agricoltura – ha ammesso invece il deputato Giorgio Zanin – non vede divise maggioranza o minoranza, ma trova consenso unanime. In generale, sta cambiando sia la percezione dell’agricoltore a livello giovanile, considerato non più professione marginale o scarsamente redditizia, sia del mondo agroalimentare nella sua totalità”.
A chiudere i lavori, prima del proficuo dibattito conclusivo con i presenti, è stato l’assessore Shaurli. “L’eurobarometro ci dà delle chiavi di lettura per il futuro dell’agricoltura: oggi l’agricoltore è il primo custode dell’ambiente, mentre fino a 15 anni fa c’era un antagonismo piuttosto netto. C’è, inoltre, anche un ritorno dell’occupazione in questo settore, con una riqualificazione in termini di professionalità, un ritorno dei giovani: il compito delle istituzioni è quello di far sì che non sia un ritorno romantico, ma un investimento di risorse e professionalità”.

Da sinistra, Sarcinelli, Santoro e Zanchetta
Nel pomeriggio si è svolto, invece, il convegno “Agricoltura, paesaggio rurale, aree naturali protette: sviluppo, conservazione e promozione in Natura 2000 e nella Rete ecologica regionale”, l’incontro che ha messo l’accento sull’impatto ambientale dell’agricoltura. Introdotto dall’assessore regionale alle infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici e edilizia Maria Grazia Santoro, al convegno hanno partecipato anche Pierpaolo Zanchetta, responsabile settore biodiversità della Regione, Serena Cutrano, Autorità di Gestione PSR 2014-2020 FVG, Mauro Pascolini, responsabile scientifico del Piano paesaggistico regionale dell’Università di Udine, Stefano Santi, direttore Parco naturale delle Prealpi Giulie, Graziano Danelin, direttore Parco naturale delle Dolomiti Friulane e Davide Samsa, del Parco rurale Alture di Polazzo. Moderatore è stato il giornalista Umberto Sarcinelli.
“Non dobbiamo più pensare ad una contrapposizione tra agricoltura, paesaggio e biodiversità – ha esordito l’assessore Santoro – ma considerarle come un’unica cosa. La sinergia tra le parti e la cultura del territorio, ha valorizzato le nostre aree, anche dal punto di vista naturalistico. I siti di Natura 2000, il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, sono degli autentici marchi di qualità e il Psr 2014-2020 è lo strumento fondamentale affinché l’obiettivo di una rete ecologica sia raggiunto”.
Il primo intervento, incentrato su “Agricoltura, paesaggio, biodiversità: una visione comune” è stato di Pierpaolo Zanchetta, responsabile del settore biodiversità della Regione. “Il sistema delle aree protette parchi e riserve e la Rete Natura 2000, che insieme coprono il 19% del territorio regionale, ha al suo interno molte aree agricole e forestali. Queste attività – ha dichiarato Zanchetta – non sono in contraddizione con il sistema, ma anzi, sono fondamentali per la gestione dei siti di Natura 2000, nel rispetto di alcune cautele. In primo luogo, l’agricoltura deve essere multifunzionale e a basso impatto ambientale. In alcune zone, coma la montagna e il Carso, si punta molto al rilancio della zootecnia. La gestione agricola e la tutela dei prati e dei pascoli in particolare – ha proseguito – sono essenziali per tutelare la biodiversità floristica e anche faunistica, perché il declino di queste zone, le praterie, porta con sé anche il declino della fauna legata a questi ambienti”. Il PSR 2014-2020 introduce a questo scopo, una misura che indennizza gli agricoltori, per le pratiche che determinano una riduzione del reddito e incentiva tutte le pratiche volontarie che comportano il miglioramento dell’ambiente.
“L’obiettivo del Psr – ha dichiarato durante il suo intervento Serena Cutrano – è anche far sì che il territorio non si trasformi in una landa desolata, e quindi dare gli strumenti giusti a chi il territorio lo gestisce. Gli investimenti del Psr prevedono, infatti, un ritorno indiretto che si traduce in conservazione della bellezza, ma anche un ritorno diretto dal punto di vista economico”.