Meno lavoro al Policlinico che integra in parte gli stipendi
1 Aprile 2020UDINE. In seguito alle disposizioni regionali che hanno sospeso tutte le prestazioni ambulatoriali non urgenti per il contenimento del contagio da Covid-19, il Policlinico Città di Udine ha registrato un calo sostanziale delle attività in base al quale si è resa necessaria l’attivazione del fondo di integrazione salariale per 210 dei 270 dipendenti.
“Dopo aver fatto smaltire permessi e ferie, ci troviamo nella situazione di dover attivare il fondo di integrazione salariale (Fis) per i nostri lavoratori – spiega l’amministratore delegato Claudio Riccobon -. L’azienda, come segnale di vicinanza e riconoscenza per la disponibilità dimostrata dai propri collaboratori in questa fase critica, è già al lavoro per riuscire a coprire con uno stanziamento di fondi propri parte della percentuale di stipendio non coperta dal Fis”. A partire dal 10 marzo il Policlinico è rimasto infatti operativo solo per le prestazioni indifferibili, come le urgenze oncologiche, la dialisi o le prestazioni ambulatoriali con priorità B (breve).
“Come ci è stato richiesto dall’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale – continua Riccobon – nell’ambito di una concreta collaborazione con le strutture pubbliche, abbiamo messo a disposizione 50 posti letto di medicina non-Covid per far fronte al momento di emergenza. Fortunatamente tali posti letto non si sono resi necessari e quindi abbiamo ritenuto di limitare l’attività della struttura di viale Venezia ricorrendo temporaneamente a questo strumento di sostegno del reddito nei confronti dei nostri dipendenti”.