L’elettrodotto della discordia

1 Agosto 2015

UDINE. Con un lungo ma articolato comunicato Angelo Tomasin, del coordinamento provinciale di Udine di Sinistra Ecologia Libertà, e Marco Duriavig, coordinatore regionale Sel Fvg intervengono nel dibattito relativo all’elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest. Ecco il testo.

La sentenza del Consiglio di Stato
«Come Sel Fvg ci auspichiamo che la Regione e il Ministero ora riconsiderino il progetto dell’elettrodotto in modo da procedere verso una soluzione che sia compatibile con l’interesse di tutti, cittadini e ambiente in primis. In ogni caso la sentenza è una indubbia vittoria dei cittadini, dei sindaci, del “Comitato per la vita del Friuli rurale” che non hanno piegato la testa né l’hanno nascosta sotto la sabbia. Leggendo le 27 pagine della sentenza si apprende che le motivazioni sono espresse in modo comprensibile da qualsiasi cittadino e sono inequivocabili nel merito, per cui chi oggi parla di “aspetti burocratici” o “interpretazioni di norme poco chiare” o non ha letto la sentenza o è in malafede. L’articolo 9 della Costituzione, spesso richiamato nella sentenza, al secondo comma così recita: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, se i padri costituenti hanno messo il paesaggio prima del patrimonio storico ed artistico dell’ Italia, che è immenso, è senz’altro per un buon motivo».

Che cosa stabilisce la sentenza?
«Il Consiglio di Stato con questa sentenza ribadisce un concetto fondamentale, costituzionale per la vita sociale in questa Repubblica: “In nessun caso l’interesse pubblico primario (la tutela paesaggistica) può essere subordinato ad altri interessi, quali la realizzabilità di un’opera”. In parole povere dichiara che il bene pubblico deve essere comunque tutelato, senza tenere conto dell’ intensità o della forza dell’interesse pubblico alla trasformazione del territorio».

Una sentenza storica?
«No, perché allo stesso modo il Consiglio di Stato si era espresso con sentenza depositata il 10 giugno 2013 contro l’elettrodotto aereo Terna in Riviera del Brenta tra Fusina (VE) e Camin (PD). In questo caso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali in un primo momento aveva autorizzato la costruzione a condizione che l’elettrodotto fosse interrato e successivamente aveva cambiato idea autorizzando la realizzazione basandosi unicamente su quanto dichiarato da Terna e cioè che l’unica soluzione possibile (come in Friuli!) fosse quella aerea!».

Una sconfitta annunciata?
«I lavori portati avanti in maniera forsennata nelle ultime settimane stanno a dimostrare che Terna voleva mettere tutti, comunque fosse andata, davanti al fatto compiuto. Infatti già qualcuno suggerisce che i lavori si debbano ultimare, senza tenere conto della sentenza o con un provvedimento ad hoc del Governo».

L’ipotesi di interramento.
«SEL non è contraria a priori all’elettrodotto. Crediamo che prima sia fondamentale valutare i reali bisogni energetici, poi se è davvero necessario realizzarlo, è fondamentale ridurre l’impatto ambientale dell’opera con l’interramento, rispettando anche le richieste dei Comuni coinvolti. L’Onorevole Serena Pellegrino ha presentato lo scorso 29 luglio, insieme all’on.Giancarlo Giordano, un’interrogazione al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, al fine di considerare stabilmente la modalità dell’interramento dei cavidotti come metodologia privilegiata nella valutazione dei progetti degli elettrodotti nel territorio italiano e come strumento per assicurare tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico della Nazione e della salute dei cittadini».

Chi dice “analfabeti tecnologici”.
«Il signor Marigo definisce i gruppi consiliari che propongono l’interramento (SEL e M5S) in questo modo ed aggiunge che “questo non è sopportabile in chi opera scelte che coinvolgono la collettività”. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore adottando criteri di economicità, efficienza, efficacia, equità ed etica e tutelando in ogni modo, prima di tutto, i beni pubblici. Ci chiediamo se secondo il signor Marigo sono “analfabeti tecnologici” anche gli amministratori locali della Carinzia che hanno obbligato ad interrare nel loro territorio l’elettrodotto Wuermlach – Somplago, quelli del Piemonte e della Savoia che hanno fatto altrettanto ed anche i dirigenti di Terna che in Piemonte stanno costruendo una linea elettrica di 95 km completamente interrata ».

Terna in Friuli dice una cosa e in Piemonte ne fa un’altra?
«Lo afferma la stessa Terna in un comunicato del 15 luglio 2013. “È stato inaugurato oggi il cantiere del tratto italiano della nuova linea elettrica tra Italia e Francia, denominata “Piemonte – Savoia”. Con i suoi 190 km, totalmente interrati, questo progetto innovativo di linea a corrente continua a 320 kV che collega la stazione elettrica di Piossasco (TO) a quella di Grand’ Ile (Savoia), rappresenta il più lungo elettrodotto interrato al mondo. Per minimizzare l’impatto paesaggistico ed evitare del tutto il passaggio in aree urbanizzate, la linea è stata progettata in modo da integrarsi con le infrastrutture stradali ed autostradali esistenti e varcherà la frontiera attraverso la galleria di sicurezza del Frejus” . E qui ci sono i riferimenti: http://www.terna.it/Default.aspx?tabid=6453».

L’elettrodotto è necessario?
«C’è per ora solo la parola di Terna, ed è come chiedere all’oste se il vino è buono. Non esiste un attendibile piano nazionale né un piano regionale dell’energia per dare un giudizio concreto: da quello che ci risulta la regione è autosufficiente per quanto riguarda l’energia elettrica dal momento della costruzione della centrale di Torviscosa, autorizzata in deroga proprio a tale scopo in piena Riserva Naturale della Laguna di Marano, impianto notoriamente sotto utilizzato perché costa di meno produrre energia nella centrale a carbone di Monfalcone. I dati provenienti dalla Regione e pubblicati ne “Il comparto energetico al 31.12.2013“ affermano piuttosto il contrario: a pagina 4 si afferma che “Il trend di lungo periodo vede una progressiva riduzione della quota di consumi industriali…” e a pagina 20 si dichiara che “ ..i livelli di consumo domestici sono di poco superiori a quelli del 2003”. Implicitamente si trova anche l’affermazione che l’elettrodotto non serve davvero al Fvg quando, a pagina 8 si legge che “l’energia a basso costo proveniente dall’Est Europa, Krsko soprattutto, viene convogliata con le linee da 380 kV verso regioni in forte deficit di energia (Veneto -43,6%, Lombardia -38,9%, Emilia Romagna -35,9%)”».

Una delle motivazioni a favore dell’elettrodotto riguarda i risparmi in bolletta.
«Terna non è fornitore ultimo dell’energia come lo sono Enel o Edison, quindi è più probabile che i soldi risparmiati dall’interramento vadano ad incrementare l’utile della Società o, al massimo, i dividendi degli azionisti».

Cosa fare ora?
«Auspichiamo fortemente che si abbia il coraggio di rivedere il progetto, si voglia valutare il vero bisogno energetico regionale e nazionale e si proceda con l’interramento dell’elettrodotto. In particolare crediamo che ora sia il momento di procedere congiuntamente tra i vari comuni colpiti, la Regione Fvg e Terna spa, per compiere i passi giusti evitando altre forzature. L’obiettivo primario non può essere quello di fare grandi opere a priori, ma quello di fare opere utili, nell’interesse dei cittadini della regione e del territorio. Si trovi quindi la soluzione migliore, in accordo con tutti i Comuni che hanno rappresentato e rappresentano il parere non indifferente del territorio regionale».

Argomenti correlati:

Condividi questo articolo!