La road map del Pd udinese verso le elezioni del 2018

2 Aprile 2016

UDINE. «Sarebbe un errore per il Pd di Udine pensare oggi al ‘chi’ piuttosto che al ‘come’ affrontare la scadenza elettorale che porterà la città alle elezioni del 2018. Con questa convinzione ho voluto pubblicare, finalmente, le relazioni elaborate per la giornata di confronto e approfondimento che amministratori e forum del partito hanno tenuto lo scorso 27 giugno 2015 al Centro Culturale delle Grazie». Con queste parole, che prendono il titolo di “I sognatori”, Enrico Leoncini, segretario del Pd di Udine, introduce i contenuti di “Adesso Udine. Verso il 2018”, volume presentato nei giorni scorsi nella sede di via Maniago, in occasione dell’assemblea del partito, aperta a iscritti e simpatizzanti, dalla giornalista Giacomina Pellizzari che ha condotto una tavola rotonda sui temi inerenti l’opera.

davAl tavolo dei relatori assieme al segretario dem cittadino, che ha aperto l’appuntamento, anche Ferdinando Milano, intervenuto esponendo alcune valutazioni di carattere preliminare intitolate ‘Spetta a Noi’. Si è parlato anche di Uti – Unioni territoriali intercomunali – con Monica Paviotti, capogruppo del Partito Democratico in Comune e di territorio e ambiente con Amerigo Cherici, coordinatore del forum cittadino sui medesimi temi. Presente anche il segretario provinciale del Pd, Massimiliano Pozzo, che ha tirato le fila dell’incontro.

Quale direzione indica l’angelo in copertina?
«Oggi abbiamo una prospettiva politica molto diversa, rispetto al passato», chiarisce subito Ferdinando Milano. «Negli anni sono cambiate molte condizioni e ciò non può che indurci a un cambiamento. Per questo oggi – ha spiegato – non basta lavorare con impegno e ottenendo i risultati prefissi (si veda gli ottimi esiti del bilancio di metà mandato). Bisogna fare di più. Oggi è sempre più fondamentale ritrovare nelle nostre scelte la direzione data dai valori. Non siamo sufficienti a noi stessi e non lo saremo mai. Questo è chiaro. Valori che certo sono diversi da quelli di un tempo. Perché, come detto, le condizioni sono cambiate e sono in continuo divenire. Oggi conta la prevenzione dei problemi, senza trovarsi costretti a risolverli quando già ci sono. Non meno importante la coesione sociale data da due aspetti, il lavoro e il reddito. Sappiamo che non tutto è risolvibile entro l’amministrazione, ma è necessario capire come poter dare un impulso sapendo che il lavoro è dato anche dai servizi, dalle attività, dall’artigianato, non solo dal commercio. E poi c’è il tema attualissimo dell’immigrazione. Un argomento complesso sul quale si gioca buona parte del modo di pensare delle persone. Una battaglia cultuale. E quindi c’è la questione ambientale, tema focale quello della mobilità, con un sistema di trasporti sempre migliore e un numero sempre inferiore di barriere architettoniche».

E le alleanze?
Le alleanze devono partire da condivisioni di valori, idee e contenuti, dopo potremo ragionare anche sui candidati. Per il Partito Democratico cittadino questo è certo. La chiave sta nel fare un progetto con un valore identitario forte. Ecco quindi che «questo non è il momento di pensare al prossimo candidato sindaco, ma quello di creare, di parlare con i cittadini, con le categorie, confrontarsi, elaborare un programma» spiega Leoncini. «Nelle altre città italiane, come Roma e Milano – ha continuato -, si giocano all’ultimo momento nomi che vanno e vengono. Noi, invece, stiamo ragionando da tempo, tanto che questi atti sono datati giugno 2015. Non capisco come si possa giocare il destino di una città su nomi disarticolati dalla realtà amministrativa» si domanda il segretario dem. «Credo che il nostro esempio sia molto diverso. La politica è una cosa seria, importante, sana e per chi la fa come noi è anche una cosa pulita. Questo è molto difficile da far capire. Ed è un peccato, perché la gente non crede più alla politica, stufa di tutte le macchinazioni di cui ogni giorni si sente».

«Noi dobbiamo condividere un progetto, molto udinese, un progetto che punta a valorizzare le istituzioni come la Filologica, l’Accademia, il teatro, l’Università, le scuole, i musei. Abbiamo cose straordinarie – ha spiegato Leoncini -, che in un momento di crisi come quello attuale sono diventate strategiche. Udine ha una scuola incredibile su questo. Certo, c’è anche un ruolo morale di Udine, che va indirizzato a tutto il Friuli. Dopo la soppressione delle province è necessario riprendere un ragionamento su tutto il territorio friulano. Udine deve e dovrà essere rappresentante delle istanze dei friulani». In proposito ha fatto accenno ai recenti fatti riportati dalla stampa su Sappada: «Quando il voto sull’annessione di Sappada alla Regione Fvg, viene così malamente trattato, Udine deve reagire, deve prendere posizione». Perchè «Udine è capoluogo ‘nel’ Friuli e non capitale ‘del’ Friuli (come diceva Candolini). Questo concetto va portando avanti con dei ragionamenti e delle strategie, utili per l’intero territorio. Si tratta di un processo di salvaguardia dell’autonomia e delle specialità. Ne ha dato una dimostrazione straordinaria la presidente Serracchiani, quando proprio sul tema di Sappada ha detto che tutto il Bellunese può passare con il Fvg. Il Pd – ha concluso – progetta quindi di poter esprimere una propria candidatura, ma il nome andrà cercato e condiviso aggregando il pensiero dei cittadini e delle forze della città».

Possibili alleanze con il centro destra?
«É difficile possa succedere – spiega il segretario -. Ma detto questo, spesso si fa l’errore di ragionare con dati pregressi, e attuali, capire oggi come sarà, è però oggettivamente difficile da stabilire con certezza».

In quanto alle Uti?
«La riforma delle Uti è una riforma enorme, una sfida grandissima» ha subito chiarito Paviotti. «La Regione diverrà la ‘regista’ e i Comuni assumeranno un ruolo sempre più importante. La gestione associata consentirà di migliorare i servizi e di risparmiare. Ciò comporterà un’esasperazione delle specialità di ruolo richieste, che quindi renderà necessario avvalersi di figure sempre più specializzate». Senza dubbio la riforma delle Unioni Territoriale Intercomunali è stata oggetto di roventi polemiche tanto che, come chiarito dalla capogruppo: «La legge 3 del 2016, comporta delle importanti modifiche rispetto alle precedente legge 26. Il primo concetto che introduce è la sostanziale non rinviabilità della riforma che partirà dal 15 aprile in via ufficiale. Solo così – ha precisato – sarà possibile evidenziare e risolvere eventuali problemi che potrebbero sopraggiungere. Grazie ai tavoli tecnici in programma (cui si affiancheranno anche dei tavoli politici), inoltre, sarà possibile affrontare tematiche essenziali fino al 1 luglio. Dopo quella data – ha ricordato – le Uti saranno effettive. Almeno cinque delle funzioni oggi della Provincia dovranno divenire di competenza dell’Unione. Alla fine del 2018, con precisi step intermedi, il passaggio dovrà essere definitivo. Il processo è ormai irreversibile, i tempi sono ormai maturi. E non dimentichiamolo, è previsto un risparmio di 16 milioni di euro».

Concludendo, la parola a Pozzo
«Ogni giorno il Pd deve diventare punto di riferimento per i cittadini. Sempre più. Necessario da parte del partito comprendere sempre i nuovi bisogni della società civile, che vive oggi un forte senso di disagio su più fronti. Il partito deve e può aggregare e deve farlo partendo dai giovani. Stiamo già lavorando compatti per questo, offrendo loro un nuovo modo di comunicare con la politica. Ma dobbiamo farlo sempre più, muovendoci nella prospettiva di fare una ‘nuova politica’, una politica rinnovata e capace di rinnovarsi, sempre. Questo, che già in parte ci caratterizza, deve diventare sempre più fulcro della nostra azione. Per farlo è necessario partire dalla squadra del Pd cittadino. E’ necessario fare sempre più squadra. Proponendosi come un partito che da un lato offre continuità ai cittadini, ma dall’altro lavora per una Udine nuova e quindi offre contemporaneamente anche un profilo di ‘discontinuità’. Quindi apertura alla città e ai cittadini, dialogo costante per interpretare al meglio i loro bisogni e un po’ di spirito ‘da sognatori’».

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