Inquinamento a Firmano Il Comitato attende risposte

26 Settembre 2021

PREMARIACCO. Dal Comitato per la Salvaguardia del territorio di Premariacco e Cividale riceviamo un comunicato in merito all’Inquinamento a Firmano.

”E’ trascorso un anno dall’insediamento della nuova amministrazione comunale a Premariacco guidata dal sindaco Michele De Sabbata e nulla si sa di interventi per quanto riguarda l’inquinamento a Firmano in atto dal 1999, della situazione attuale, di eventuali progetti di intervento di bonifica e messa in sicurezza da effettuare nell’area delle discariche di Firmano. L’area in cui è localizzato il problema è caratterizzato dalla presenza di 3 discariche adiacenti ed è stato registrato dall’Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Fvg in una relazione dell’agosto 2006; dopo oltre 20 anni, il sito è ancora in attesa di intervento di bonifica! La popolazione locale – si sottolinea – ha diritto di sapere se l’attuale amministrazione comunale intende intervenire, con quali progetti, con quali tempi, se intende organizzare un incontro pubblico o altro.

Alcuni anni fa, si ipotizzava di realizzare un progetto di copertura superficiale sull’intero contesto (progetto mai portato a conoscenza della popolazione, né aver coinvolto il Comitato per la Salvaguardia del territorio di Premariacco e Cividale del Friuli dalla nuova e dalle precedenti amministrazioni locali!), senza parlare di un progetto più articolato e complessivo dell’area in considerazione con la verifica dell’inquinamento in atto, dei danni ambientali causati in oltre 20 anni di rilascio di percolato nelle falde, ecc. e… la messa in sicurezza del territorio martoriato da cave e discariche con situazioni che hanno portato a mettere a rischio la salute della popolazione locale.

Dopo oltre 20 anni di inquinamento delle falde sottostanti causato dalle gestioni ‘allegre’ delle discariche di Firmano (questo ritardo e altre responsabilità di gestione, nei ritardi e/o omissioni sono da imputare – si ricorda nella nota – alle ditte, agli amministratori dell’ex Provincia di Udine degli ultimi 20/30 anni e della Regione, a conoscenza dei fatti da tempo, nell’affrontare le emergenze ambientali locali) bisogna predisporre un progetto di caratterizzazione più ampio e non una semplice copertura. Bisogna ricordare inoltre che i progetti autorizzativi di avvio delle cave e successivo utilizzo per smaltire rifiuti, prevedevano, a carico dei gestori, la sistemazione finale delle discariche.

Che fine ha fatto poi il progetto ‘Firmano pulita 1998’, finanziato dalla Regione Fvg con 2 milioni di euro per recuperare l’area di territorio devastata da cave e discariche?

Dopo aver manifestato nei due comuni interessati, Premariacco e Cividale del Friuli, davanti alla Provincia di Udine e della Regione Fvg, fatto numerosi incontri pubblici per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi e danni ambientali, si era arrivati alla costituzione di una Commissione provinciale con un atto del 31 dicembre 1997 per realizzare il Progetto ‘Firmano pulita’ con un finanziamento regionale di 2 miliardi di lire; tale iniziativa avrebbe dovuto studiare e valutare lo stato del territorio e dell’ambiente a est dell’abitato di Firmano ed elaborare un piano di monitoraggio e risanamento ambientale a tutti i livelli (falda, suolo, aria, rumore,ecc) e, in secondo luogo, indicare ai Comuni le più opportune norme e idee, da inserire eventualmente nei propri strumenti urbanistici, al fine di valorizzare i territorio.

Questo progetto, approvato poi dalla Regione, vincolava il territorio al recupero dello stesso, vietando la realizzazione di nuove e/o ampliamenti delle discariche esistenti, ampliamenti poi concessi! Erano state avanzate proposte fantasiose quali la realizzazione di campi di golf, aree picnic e impianti sportivi per la Terza età, strutture di servizio attività sportive varie, un bosco tematico, piste ciclabili, sci nautico ecologico con pesca sportiva, alberghi e/o attività commerciali, eccetera… di tutto questo nulla è stato fatto!

Il Comitato, memoria storica di tutte queste vicende, chiede, anzi pretende da tempo – è la conclusione – maggior chiarezza e compartecipazione nell’affrontare queste scelte nell’interesse della salvaguardia del territorio e della salute pubblica”.

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