Teatri dell’Anima: Happy Mary va in scena a Clauzetto e non nelle grotte di Pradis

6 Settembre 2019

CLAUZETTO. Opere teatrali ispirate al sacro e alla spiritualità proposte nelle chiese del Friuli occidentale della Diocesi di Concordia-Pordenone: ritorna “I Teatri dell’anima”, festival nato per riflettere sul mondo che è stato, che sta cambiando e che sarà, analizzando etica, storia e religione. In attesa del programma ufficiale a partire da novembre, si svolgerà un’interessante anteprima domenica 8 settembre alle 19.30 con ingresso libero nella chiesa parrocchiale di Clauzetto (e non come inizialmente previsto nelle grotte di Pradis, a causa del maltempo che ha costretto a cancellare anche la visita pomeridiana alle grotte).

In scena lo spettacolo “Happy Mary” di Lorenza Pieri, con Laura Magni e la regia di Roberta Lena, trio femminile che ha fortemente creduto in questo progetto selezionato, tra 270 concorrenti, per il Festival dei Teatri del Sacro e che, particolare interessante, è stato reso possibile anche grazie al crowfunding digitale con il contributo di 109 sostenitori nella piattaforma produzionidalbasso.com. L’anteprima de “I Teatri dell’Anima” è organizzata da EtaBetaTeatro con il sostengo della Regione e Fondazione Friuli. Patrocinio del Comune di Clauzetto, Ecomuseo “Lis Aganis” e Parrocchia di Clauzetto-Pradis.

“I Teatri dell’Anima – spiega il direttore artistico del festival Andrea Chiappori – è una rete di Architetture, di Spiritualità e d’Arte. Anche questa sesta edizione, come le precedenti, sarà un itinerario di Teatro per lo spirito: chiese, luoghi religiosi, architettura e arte, si propongono in un percorso “unico” e originale di teatro diffuso che dalla diocesi Concordia – Pordenone si aprirà a tutta la regione Friuli Venezia Giulia”.

“Happy Mary” è uno spettacolo irriverente, comico e commovente che attraverso un originale ma sempre rispettoso sguardo della figura di Maria, celebra la donna, la sua fisicità, la sua gioiosa forza di riscatto. “Rappresentata come Mater dolorosa – spiegano le autrici -, descritta come inconsolabile, pregata come Addolorata, dipinta come sconfortata, suonata come luttuosa, dopo duemila anni è forse arrivato il momento di raccontare un’altra versione di Maria.Si può dire che la Madonna è stata felice? Si può pensare di raccontare una Maria come una donna vera senza dissacrarne l’immagine?”. A tale quesito risponde lo spettacolo, che s’ispira a un rito popolare molto antico – presente in Italia in Abruzzo, Calabria (L’affruntata), in Sicilia (U’Ncontru) e Sardegna (S’incontru) – che riproduce nelle processioni del periodo pasquale l’episodio, non descritto nei Vangeli, in cui Gesù risorto e sua madre si ritrovano in un incontro gioioso.

Questa la trama. Un’attrice, durante le vacanze di Pasqua torna al suo paese e si trova suo malgrado ad interpretare il ruolo della Madonna nella processione pasquale. Inizia così un percorso personale che la porterà a confrontarsi con la narrazione che è stata fatta nei secoli della Mater dolorosa e con l’urgenza di essere lei in prima persona a raccontare un’altra versione di Maria, donna forte, dotata di fisicità e di felicità, che le sono state sempre negate in ogni racconto tradizionale. Un crescendo a tratti esilarante, ma anche profondo e commovente.

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