Nel Sindaco del Rione Sanità in scena la camorra attuale
31 Gennaio 2018PORDENONE. Approda al Teatro Verdi di Pordenone uno degli spettacoli più attesi del cartellone di prosa di questa Stagione: Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo, diretto da una delle firme più eclettiche del teatro e del cinema italiani, il regista Mario Martone. L’appuntamento, in esclusiva per il Nordest è per il primo week-end di febbraio, con gli spettacoli di venerdì 2 e sabato 3 alle 20.45 e la terza replica, domenica 4 febbraio alle 16. A Teatro, non solo la grande Prosa in esclusiva, ma anche le gustosissime pause al Bar aperto la sera di spettacolo dalle 19 e la domenica dalle 15 e domenica 4 febbraio dalle 16 – in sala prove – un pomeriggio tutto dedicato ai bambini con i laboratori di Happy Kids questa volta alla scoperta de “Il Piccolo Principe” e della Francia.
Informazioni prenotazioni e biglietti: Biglietteria del Teatro 0434 247624 www.comunalegiuseppeverdi.it

Foto Mario Spada
Mario Martone per la prima volta dirige un testo del grande drammaturgo napoletano in un allestimento che associa realtà produttive diverse nella realizzazione di un progetto culturale dal forte senso politico e civile. “Il teatro è vivo quando s’interroga sulla realtà – spiega Martone -, se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica”. Questa modalità di lavoro per il regista si concretizza adesso calando nella realtà dei giorni nostri Il sindaco del Rione Sanità. L’idea di affidare il ruolo del Sindaco a un uomo giovane e deciso, nel fisico e nel gesto – quanto il personaggio scritto da Eduardo era invece crepuscolare – pone nei fatti la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, ed allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo. In premessa c’è la realtà di San Giovanni a Teduccio, del NEST e dei suoi giovani attori, molti dei quali vivono nel quotidiano la cronaca non edulcorata di una vera guerra di camorra che insanguina da anni questa periferia napoletana e dove la criminalità è retta da giovani boss neanche trentenni.
Tra i produttori, il Teatro Stabile di Torino, dal 2015 riconosciuto dal MiBACT Teatro Nazionale, Elledieffe, la compagnia indipendente che porta il nome di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, il NEST – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più popolari e difficili di Napoli, dove un gruppo di giovani, attori, registi, scenografi e drammaturghi hanno creato uno spazio per le arti là dove negli anni Ottanta c’era un morto di camorra al giorno e dove la criminalità organizzata ha visto alternarsi al comando negli ultimi anni diversi boss tra i venti e i trent’anni. Questo è il quadro da considerare se, oltre gli esiti del palcoscenico, si vuole cogliere appieno la valenza del gesto che solo pochi mesi fa ha persuaso Carolina Rosi ad affidare Il sindaco del Rione Sanità, uno dei testi più cari allo stesso Eduardo, al regista Mario Martone e al giovane Francesco Di Leva (che nello spettacolo interpreta il ruolo del “sindaco” Antonio Barracano), attore apprezzato al cinema e in teatro, co-fondatore del NEST insieme a Adriano Pantaleo, Giuseppe Miale Di Mauro e Giuseppe Gaudino anche loro parte integrante di questo progetto.
Il sindaco del Rione Sanità è una commedia in tre atti scritta ed interpretata da Eduardo De Filippo, inserita dall’autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari. Il protagonista, Antonio Barracano (interpretato da Francesco Di Leva), è “il sindaco” della Sanità. Qui amministra le vicende del rione, un “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”. In una sorta di ribaltamento del sistema legalitario, Don Antonio si avvale da anni dell’aiuto di Fabio Della Ragione (Giovanni Ludeno), un medico che, con la sua opera, sostanzialmente impedisce di portare alla conoscenza della Legge i risultati delle sparatorie e dei regolamenti di conti che avvengono nel quartiere. Chi “tiene santi” va in Paradiso e chi non ne tiene va da Don Antonio, è così da sempre. Quando però gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), il figlio del fornaio, risoluto ad ammazzare il padre Arturo, Don Antonio, cogliendo nel giovane la stessa determinazione che lo spinse all’omicidio in gioventù, si propone come mediatore avviandosi così all’incontro fatale con Arturo.
Con Francesco Di Leva e Giovanni Ludeno, in scena un cast che abbassa notevolmente l’asticella dell’età dei vari interpreti. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P, il regista collaboratore è Giuseppe Miale Di Mauro.