Matchmaker, film-intervista alla ‘buona’ jihadista dell’Isis

1 Marzo 2023

PORDENONE. “The Matchmaker” svela il volto di Tooba Gondal, una delle più famigerate jihadiste britanniche, nota per essere riuscita a organizzare diversi matrimoni tra donne occidentali e combattenti dell’Isis. Il film, presentato fuori concorso a Venezia, tra i dieci documentari candidati al David di Donatello, arriva a Cinemazero giovedì 2 marzo alle 20:45, nell’ambito delle anteprime della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. Interviene la giornalista indipendente e regista Benedetta Argentieri, che dal 2014 segue in particolar modo i conflitti in Iraq e Siria, concentrandosi sulla questione curda e i movimenti femministi.

Tooba Gondal

Argentieri ha incontrato Gondal in un campo di prigionia in Siria, in seguito alla sconfitta dell’Isis da parte dell’esercito di liberazione curdo, e ne ha ricostruito la storia, facendone un ritratto che apre a dubbi, domande, anche molto scomode. A soli vent’anni, Tooba Gondal ha lasciato Londra per unirsi allo Stato islamico ed è diventata famosa in tutto il mondo come “The Isis Matchmaker” – da cui il titolo del film – , accusata di aver reclutato una dozzina di donne occidentali perché sposassero miliziani dell’Isis. Tra il 2014 e il 2017, è stata attivamente impegnata a fare propaganda sui social network. Non appena l’Isis ha iniziato a perdere terreno, è scomparsa da Internet.

Quando Argentieri la ritrova e la intervista in esclusiva, Gondal si presenta alludendo allo stereotipo della donna passiva, che si è innamorata dell’uomo sbagliato e non è responsabile delle proprie azioni. La sua versione della storia gioca con la visione maschilista delle donne del Jihad, viste come accessori e non come partecipanti attive. Tooba è la ragazza amichevole, intelligente e sottomessa che vediamo davanti alla telecamera? O è una violenta estremista?

«L’idea di questo film nasce dall’esigenza di raccontare le donne – afferma Argentieri – e in particolare quelle che si sono unite allo Stato islamico, andando al di là degli stereotipi che le vogliono o vittime, possibilmente di un uomo, oppure fanatiche che inneggiano alla Jihad. Migliaia di donne sono partite dall’Occidente per unirsi all’Isis in Siria: una scelta profonda che dice molto della nostra società. Raccontare Tooba, nella sua complessità, ha voluto dire descrivere il ruolo centrale delle donne nello Stato islamico – donne che sono state madri, mogli, reclutatrici, combattenti e molto altro. E soprattutto capire che nessuno di noi è solo male o solo bene: la sfida è stata raccontare le sfumature».

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