Lizzi: ancora troppo poche le donne impegnate nel digitale

12 Gennaio 2021

BRUXELLES. “L’emergenza Covid-19 sta accelerando la transizione verso economie digitali, generando una maggiore domanda di posti di lavoro e competenze legati al digitale, ma aumentando il rischio che l’attuale divario di genere digitale diventi una fonte ancora maggiore di disuguaglianza economica”. Lo scrive in una nota l’europarlamentare della Lega, Elena Lizzi, componente della Commissione Occupazione e Affari sociali, aggiungendo che “nonostante l’elevata domanda di specialisti delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Tic) all’interno dell’Ue, le donne rappresentano appena il 17 % di 8 milioni di questi specialisti”.

“Anche alla luce della carenza di oltre 500.000 specialisti Tic del 2020 nell’Unione, si porrà una sfida per il futuro. Una delle barriere che scoraggiano le donne dal cercare lavoro nel settore Tic è costituita dal predominio maschile nei luoghi di lavoro. Le divisioni di genere nei luoghi di lavoro Tic – spiega l’europarlamentare della Lega – indicano che la capacità delle donne di accedere alle professioni Tic, e di rimanervi, dipende essenzialmente dalla massa critica di donne già presenti”.

“Le Tic sono uno dei settori in cui le retribuzioni sono più elevate. In media le donne operanti in questo settore sono meglio pagate di quelle che esercitano altre professioni. La differenza di retribuzione mensile tra donne e uomini – spiega Lizzi – è inferiore tra gli specialisti Tic (13 %) rispetto agli operatori sanitari (26 %) o a tutti gli altri lavoratori dipendenti (33 %). Inoltre le professioni Tic offrono di solito condizioni di lavoro favorevoli e di orario che contribuiscono all’equilibrio tra vita privata e professionale”.

“È necessario – conclude Lizzi – colmare il divario di genere in materia di competenze digitali per consentire di superare le strozzature nel mercato del lavoro e attenuare le disuguaglianze socioeconomiche”.

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