L’isola di Medea (riedizione) si vede domani a Gorizia
8 Dicembre 2019
Disegno di Davide Toffolo
GORIZIA. Nei 50 anni dall’uscita in sala del film “Medea” di Pier Paolo Pasolini (28 dicembre 1969) torna sul grande schermo “L’isola di Medea”, il documentario scritto e diretto da Sergio Naitza che intreccia le voci dei protagonisti del film, facendo rivivere quei momenti. Domani, lunedì 9 dicembre l’evento realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia che proporrà in anteprima la riedizione del documentario, arricchito con l’intervista inedita al Premio Oscar Dante Ferretti, che proprio con “Medea” esordiva firmando la sua prima scenografia.
Appuntamento alle 18.30 al Kinemax di Gorizia per una duplice proposta, l’incontro e la proiezione del film, organizzati in collaborazione con l’Associazione Europa Cultura e con l’Associazione Palazzo del Cinema – Hisa filma e Trasmedia Srl. Alle 18.30 è innanzitutto in programma il talk che vedrà protagonisti Ninetto Davoli, Giuseppe Gentile, Nadia Stancioff, Alessandra Zigaina, Davide Toffolo e Sergio Naitza. Condurrà il dialogo la giornalista Arianna Boria, caposervizio della redazione Cultura e Spettacoli del quotidiano Il Piccolo. Preceduta da un vin d’honneur a cura di Borgo San Daniele e Fattoria Zoff, alle 20.15 prenderà inizio la proiezione del film. L’ingresso è gratuito sia per l’incontro che per la proiezione.
“L’isola di Medea”, di cui domani si presenta il dvd, è prodotto da Lagunamovies e Karel con l’apporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e Friuli Venezia Giulia Film Commission – produttore associato Erich Jost. Girato fra la laguna di Grado e di Marano, Anzio e la Cappadocia, “Medea” fu l’occasione per un incontro fra i più speciali: quello di Pier Paolo Pasolini e Maria Callas, lo scrittore-regista più scomodo e provocatorio del momento e la cantante lirica più acclamata del mondo. Nel film riemerge, attraverso i ricordi e gli aneddoti degli amici più cari e di chi partecipò a quel set, il racconto di un amore obliquo: imprevedibile perché impossibile, eppure tangibile nel rapporto che si sviluppò, per quasi due anni dalle riprese di “Medea”, fra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini.