L’Ars Trio torna a Trieste con intense pagine d’autori russi

12 Maggio 2019

TRIESTE. Marco Fiorentini violino, Valeriano Taddeo violoncello, Laura Pietrocini pianoforte: tre grandi musicisti italiani, meglio conosciuti come Ars Trio, uno degli Ensemble italiani di riferimento per la Cameristica internazionale. Ad innescare la loro fortunata carriera fu, nel 2001, proprio la vittoria del Premio Trio di Trieste, in una delle prime edizioni della manifestazione, allorché il violoncellista era Patrizio Serino. Anche per questo sarà emozionante vederli tornare sul palcoscenico degli esordi, lunedì 13 maggio al Teatro Verdi di Trieste – Sala Ridotto (ore 20.30), in occasione del Festival Cameristico 2019 di Chamber Music Trieste, diretto da Fedra Florit. In programma grandi pagine di Sergej Rachmaninov (Trio élégiaque n.1 in sol minore), Georgij Sviridov (Trio in la minore op.6) e Dmitrij Šostakovič (Trio n.2 in mi minore op.67).

Biglietti presso TicketPoint Trieste, tel. 040 3498276 e all’ingresso Sala. Dettagli e aggiornamenti sul sito www.acmtrioditrieste.it.

Al pubblico triestino Ars Trio riserverà tre vere “chicche”, tre composizioni legate intensamente alle atmosfere russe a cavallo fra XIX e XX secolo: a cominciare dal Trio élégiaque n.1 di Rachmaninov, composto a solo 19 anni eppure capace di restituire, nella virtuosistica partitura pianistica, un ampio spettro di sonorità. Rimasto impubblicato, per più di cinquant’anni si credette fosse andato perduto, invece era stato conservato dall’amico del compositore Michail Slonov e fu quindi consegnato dagli eredi alle istituzioni musicali di stato.

Georgij Sviridov è senz’altro un nome meno noto fra i Maestri russi, il suo Trio con pianoforte in la minore op. 61 è un’opera di grandi dimensioni e mostra forte l’influenza di Shostakovich: l’Elegia iniziale offre una sommessa melodia condivisa dagli archi, e bruscamente interrotta da un autorevole episodio del pianoforte, pieno di passione e di angoscia. Per questo la composizione è stata contestualizzata al culmine della battaglia di Leningrado, mentre Sviridov era in città e viveva in presa diretta la tragedia della guerra. Anche il notissimo Trio n.2 di Shostakovich riflette il suo tempo e i rapporti non facili né tranquilli del suo autore con il potere politico in Unione Sovietica: scritto nel 1944, in un periodo particolarmente drammatico della storia sovietica, il Trio riverbera la natura dell’artista, sensibile sismografo del suo tempo.

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