Laboratori per i bimbi dove… non si può perdere il filo
2 Agosto 2016PORDENONE. Si aprono con una proposta nuova i laboratori per bambini di Julia Artico nell’Estate in Città del Comune di Pordenone, al via mercoledì 3 agosto alle 17 in largo Cervignano: di mano in mano da cuore in cuore, novità legata a un interesse che si fa sempre più vivo che riguarda il filo e le tecniche di lavorazione collegate agli antichi saperi. Si tratta di capacità manuali rimasta intatta per secoli, interrottasi solo negli ultimi decenni. Oggi sta ritornando l’interesse verso l’uncinetto e il lavoro a maglia, ma non tutti i genitori sono oggi in grado di insegnare le basi di una attività manuale, che non è solo creativa ma ha anche riconosciute valenze terapeutiche.
Tutto ciò che è legato ai fili sta ritornando in gran forza anche perché ciò che è fatto a mano ha un inestimabile valore aggiunto rispetto alla omologata produzione industriale. Durante gli appuntamenti dedicati al filo, sotto l’esperta guida di Julia Artico bambine e bambini, potranno fare i primi passi per realizzare collane e facili oggetti che appassioneranno grandi e piccini. Il laboratorio verrà proposto anche mercoledì 17 agosto a Casa Serena e mercoledì 31 agosto al Parcobaleno di viale Martelli.
Alle 20.45, nell’ex Convento di San Francesco in Piazza della Motta, nell’ambito del 20° International Music Meeting, ritorna a Pordenone il giovane violinista Nicola Di Benedetto, accompagnato al pianoforte da Boris Illiev. La serata è a ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili. In programma musiche di Vitali, Sarasate, Kreisler (Pugnani), Schumann e De Falla. Ingresso libero.
Prosegue in Biblioteca civica alle 17.30 il laboratorio di letture animate con attività di sonorizzazione per bambini da 4 a 8 anni a cura di Francesca Zanini e Lara Turchetto. Il laboratorio intende accompagnare i bambini alla scoperta delle relazioni che esistono fra i testi e la musica: storie lette insieme ad alta voce, ascolto di storie ricche di suoni, racconti letti dal narratore e accompagnati da interventi sonori prodotti con il corpo e con semplici strumenti dai bambini, per imparare giocando le incredibili potenzialità narrative della musica, o quelle musicali dei racconti. Il laboratorio, strutturato in modo giocoso e creativo, è a ingresso libero e a numero chiuso. Per la prenotazione rivolgersi al numero 0434/392971 dalle 15.00 alle 19.00 dal lunedì al sabato. Prossimo e ultimo appuntamento il 24 agosto.

Da sinistra. Lucia Zaghet e Daria Korsunovskaia
Secondo appuntamento a ingresso gratuito per la rassegna Teatro nel Giardino del mondo, patrocinata dal Comune di Pordenone all’interno dell’Estate in città insieme a Caritas, cooperativa Nuovi Vicini, Scuola Sperimentale dell’Attore e L’Arlecchino Errante. Il parco della Casa Madonna Pellegrina ospiterà il 3 agosto alle 19 l’opera “Una Kascia con l’ascia”, tratto da una storia russa per bambini interpretata da Daria Korsunovskaia e Lucia Zaghet per la regia di Ferruccio Merisi (Compagnia Hellequin/Intercultura). A curare la proposta gastronomica per l’aperitivo-cena dopo lo spettacolo saranno gli ospiti afghani del programma assistenza profughi che alloggiano nella Casa, i quali proporranno le proprie specialità tipiche che faranno a gara con quelle locali portate dal resto del pubblico per un momento di aggregazione condiviso.
Durante la prima serata di fine luglio, con lo spettacolo “Un’altra storia di Romeo e Giulietta”, erano stati protagonisti invece gli ospiti pakistani. “Rifugiati di diverse etnie e culture – ha commentato Merisi riguardo al primo appuntamento – hanno assistito, alcuni per la prima volta nella loro vita, a uno spettacolo teatrale occidentale, in compagnia degli spettatori provenienti dal quartiere e dalla città. Probabilmente affascinati delle capacità mimiche e plastiche dell’attrice, hanno seguito con partecipazione un evento ricco di testo e per loro ostico, data la poca dimestichezza con la lingua italiana. Una partecipazione rispettosa e calorosa”.
Mercoledì 3 agosto sarà così la volta della lingua russa, che sarà tradotta in simultanea anche per il pubblico italiano. La favola narra di un simpatico soldato che partendo da una pentola d’acqua con un’ascia dentro riuscirà a farsi dare da una vecchia avara tutti gli ingredienti per realizzare una minestra tradizionale, la kascia, tra aiutanti magici, bambini da salvare e un tamburo parlante. “La favola – ha concluso Merisi – invocherà apertamente, da parte di tutti gli spettatori, la possibilità di lasciarsi andare a modalità di relazione e di comunicazione intuitive ed empatiche. Un po’ come avveniva nell’Europa del Rinascimento, dove all’impavidità dei viaggiatori faceva riscontro una minore negatività delle barriere linguistiche, l’esperienza proposta dalla rassegna “Teatro nel Giardino del Mondo” potrà essere per tutti una piccola boccata di ottimismo verso un futuro di differenze non soggette a egemonie culturali di sorta”. Il 10 agosto sempre alle 19 ultimo appuntamento con “Presto che è tardi” della compagnia Circo 238 di e con Nicoletta Carpentieri e Alberto Longo. L’aperitivo sarà curato dagli ospiti africani.
Seconda replica, mercoledì 3 agosto alle 21 nell’arena verde del Castello di Torre, nell’Estate in Città per lo spettacolo Nessuna strega della compagnia Applauso, gruppo formato da studenti e studentesse dell’Istituto Comprensivo Manzi di Cordenons, guidato dall’insegnante Piera Franzo. Con “Nessuna strega” il Gruppo Applauso ha ottenuto la qualificazione per le nazionali di teatro scuola ad Ancona 2017. Si tratta di una commedia comica che gioca su dialoghi ironici che rivisitano la trama delle fiabe classiche, proponendo una storia nella storia.
“La vita è facile ad occhi chiusi” di David Trueba arriva alle 21 all’Arena Calderari per portare un po’ di Spagna al Cinema sotto le stelle dell’Estate in città, con un divertente viaggio on the road sulle tracce dei Beatles, per guardare oltre Franco. Già il titolo dà un primo indizio, essendo infatti una strofa della celeberrima canzone dei Fab Four “Strawberry Fields Forever”, ma il regista lo trasporta nella Spagna del 1966, in pieno regime franchista, dove quegli “occhi chiusi” assumono i tratti dell’obbligo o dell’escamotage per salvarsi. E forse è proprio per questo che un professore che usa le canzoni dei Beatles per insegnare l’inglese ai suoi alunni, appena viene a sapere che John Lennon è in Andalusia per girare da attore il film “Come ho vinto la guerra”, molla tutto e si mette a cercarlo. Deciso a conoscerlo, il professore intraprende un viaggio in macchina verso il Sud, e lungo il cammino offre un passaggio a un sedicenne scappato di casa e a una ragazza che pure sembra fuggire da qualcosa. Fra i tre nascerà qualcosa di indimenticabile, perfettamente rappresentato dai tre interpreti e da una storia convincente ed efficace.