Il nuovo ruolo della Scienza nella diplomazia dei Paesi

3 Settembre 2020

Cincia Ferrini

TRIESTE. Venerdì 4 settembre alle 18, nell’ambito di Esof2020, si terrà la conferenza “Scientific diplomacy for freedom: inter-cultural dialogue for science, una proposta congiunta che mostra le sinergie tra i membri del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste (in collaborazione con l’Academia Europaea: www.acadeuro.org) e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Applicata (in collaborazione con The World Academy of Sciences: https://twas.org). È concepita come una tavola rotonda interattiva e multidisciplinare, moderata dalla professoressa Cinzia Ferrini (UniTs) e che avrà come protagonisti Mohamed H.A. Hassan (Twas), Eva Kondorosi, della Hungarian Academy of Sciences, Elisabetta Vezzosi, dell’Università di Trieste, Lassina Zerbo, della Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (CTBTO), Ghribi Mounir, dell’Ogs.

La tavola rotonda (18-19.30 Trieste Convention Center Room 28H, Porto Vecchio) si basa sulla convinzione che nel mondo post Covid-19 la scienza abbia assunto un ruolo centrale nella diplomazia mondiale, allo scopo di affrontare una sfida globale che ignora i confini nazionali e ha prodotto risvolti controversi nei confronti delle libertà individuali, accademiche e sociali: mentre in alcuni casi ha costruito ponti, in altri ha reso più profondo il divario tra democrazie e altre forme di governo. La pandemia ha incoraggiato l’accesso aperto alla conoscenza scientifica e al know-how, alla condivisione dei dati e alla creazione di politiche basate su evidenze scientifiche: eppure una questione pervasiva è se il Covid-19 sia l’ultimo spettro della Guerra Fredda a emergere nelle tensioni tra Occidente e Medio Oriente.

La prospettiva politica della prima parte della conferenza utilizza la storia come un prisma con focus sulla scienza e sulla società. Guardando indietro, al ruolo storico della diplomazia scientifica durante la divisione Ovest-Est della Guerra Fredda, verranno esaminati la varietà di attori coinvolti, al di là degli scienziati e dei decisori, o responsabili politici, e verrà esplorato un approccio sociale differenziato e multi-valente. Per quanto riguarda invece l’attuale politica transnazionale del networking regionale pan-europeo dell’Academia Europaea e del Cer, in particolare per quanto riguarda i Paesi dell’Europa centrale e orientale, si cercherà di migliorare le prospettive di visibilità e di partecipazione effettiva per gli studiosi dei paesi emarginati e di rafforzare la loro inclusione in comunità scientifiche a livello internazionale.

La prospettiva politica della seconda parte si concentra sul ruolo della diplomazia della scienza e della ricerca scientifica nella risoluzione dei conflitti, per la creazione delle condizioni per il dialogo e per guidare il mondo verso una maggiore cooperazione.

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