I premi di Docs Festival

14 Aprile 2022

PORDENONE. Si è conclusa a Cinemazero una straordinaria edizione del Pordenone Docs Fest – Le Voci del Documentario. Il festival, dopo due anni di rimodulazioni dovute alla pandemia, ha saputo riportare in sala il pubblico, con molti eventi sold-out, repliche speciali, più di cento ospiti dall’Italia e dal mondo e, soprattutto, oltre tremila ingressi alle proiezioni nelle cinque giornate, in un momento in cui le sale cinematografiche registrano ovunque un calo purtroppo consistente, pari a meno 65% di pubblico nazionalmente nel primo trimestre. Tutto esaurito al festival anche per gli eventi collaterali.

La giuria, composta dallo scrittore e sceneggiatore anglopakistano Hanif Kureishi e dalle registe e produttrici Penelope Bortoluzzi e Claudia Tosi, ha assegnato il Premio per il miglior film ex aequo a Les enfants terribles di Ahmet Necdet Cupur e a Ivan’s Land di Andrij Lysetskyj. Il primo narra una storia di conflitti generazionali nella Turchia di Erdoğan, in cui emergono le contraddizioni della società tradizionale, che chiede di essere superata dall’energia e dai sogni dei giovani. Ivan’s Land è invece il ritratto di un artista ucraino d’altri tempi, già affermato direttore della fotografia. I film premiati corrispondono a due esordi alla regia, segnale importante che racconta quanto il documentario sia un genere fresco e innovativo. Il racconto del pittore ucraino Ivan Prykhodko poi, alla luce della drammatica attualità della guerra, è il simbolo dell’arte e della bellezza che resistono alla violenza.

La giuria ha anche voluto assegnare una menzione speciale a Sirens, di Rita Baghdadi, racconto musicale della prima band metal tutta al femminile del Medio Oriente, un quartetto in lotta per la libertà di espressione (e d’amore) mentre la loro città, Beirut, esplode.

Il Crédit Agricole FriulAdria – Green Documentary Award è andato invece a The Black Mambas di Lena Karbe, un viaggio avventuroso nella quotidianità delle donne ranger del Parco Kruger in Sudafrica, tra difesa degli animali, emancipazione femminile e sfruttamento. Il film ha il pregio di riuscire a connettere e aggiornare la riflessione sul valore che la società attribuisce alle persone e agli animali. Tratta il tema della protezione della natura mettendo in luce l’impatto che questa ha sugli uomini: paradossalmente, le donne ranger del Parco Kruger e i bracconieri provengono dallo stesso contesto sociale ed economico. Attraverso queste contraddizioni, il film mostra la necessità di operare coniugando la difesa dell’ambiente con l’equità sociale e mostra come, innescare l’una possa essere occasione per migliorare anche l’altra.

Sul fronte dei premi più popolari, il verdetto dei giovani dello Young Audience Award ha incoronato Once Upon a Time in Uganda di Cathryne Czubek: un inno alla fantasia e al cinema, che da Wakaliga conquista il mondo; mentre il Premio del Pubblico è andato a Revolution of Our Times: uno sconcertante documento sulle manifestazioni di piazza a Hong Kong, firmato dal collettivo Hongkongers e da Kiwi Chow.

A rispondere in maniera entusiasta alla proposta festivaliera sono stati anche i giovani: più di sessanta studenti di cinema da tutta Italia hanno vissuto a Pordenone tutte le giornate del festival, e molto altro pubblico di ragazzi ha popolato con entusiasmo proiezioni e attività. Le matinée dedicate alle scuole hanno avuto una risposta eccezionale, con centinaia di studenti coinvolti, sia nelle sale del festival che nelle scuole: da questo dato è nata l’idea di promuovere, da Cinemazero alle scuole d’Italia, con la speciale Menzione Pordenone Docs Fest Presente/Futuro, due documentari particolarmente adatti ai ragazzi: One day one day, del giovanissimo Olmo Parenti, che ha incantato gli spettatori con una proiezione “vietata ai maggiori”; e Gloria – Kavod di Angelo Cretella, che ha dimostrato la capacità dei giovani di utilizzare lo strumento del documentario per narrare, da protagonisti, storie che li riguardano direttamente.

Argomenti correlati:

Condividi questo articolo!