Ceramiche Raku e viaggio nella cultura giapponese

16 Dicembre 2017

CIVIDALE. Dal 16 dicembre al 14 gennaio 2018 l’Associazione Alternattiva, con sede a Cividale, in via Candotti 3, organizza una mostra di ceramiche “RAKU”, espressione della cultura giapponese. Se tale iniziativa fosse rimasta legata solamente alla ceramica, sarebbe stata riduttiva rispetto al contesto culturale di cui questa è solo una delle tante espressioni. Alternattiva ha quindi ritenuto giusto arricchirla con ulteriori iniziative di contorno tali da, tutte assieme, riuscire a dare un ritratto più completo e comprensibile dei significati culturali retrostanti. Vi saranno quindi: l’allestimento di un giardino Zen, illustrazioni, il Bonsai, la fantasia dell’Origami, l’essenzialità concettuale della poesia Haiku, La cerimonia del The, il Kintsugi. Il tutto accompagnato da immagini, musica e spiegazioni sia culturali che operative per ciascuna di tali espressioni.

Ma cos’è la ceramica Raku. Casualmente, nel 1600, in Giappone, si scoprì che una certa argilla poteva essere cotta in un tempo ridotto. Nasce così il Raku. Viene perciò definita ceramica a cottura veloce; ma anche a bassa temperatura. Entra prepotentemente nella costruzione dell’oggettistica per la Cerimonia del Te. Assume in tal modo tutte le caratteristiche che si ispirano al pensiero Zen: ispirazione alla natura, semplicità e povertà nelle forme e nell’espressione artistica. Gli oggetti sembrano non finiti, improvvisati, lo smalto presenta dei “veri” difetti e tutto questo il pensiero Zen lo trasforma in Bellezza.

Il progetto cividalese è oggi una proposta unica per tante ragioni. La prima è la sede in cui si svolge la mostra, quella di Alternattiva, a destra del duomo di Cividale, risalente al 1100 quale resti del chiostro della prima chiesa cristiana edificata a Cividale molto prima del primo duomo. La seconda è la strutturazione di un percorso visivo, uditivo, olfattivo e spirituale che verrà creato per dare la netta sensazione di “entrare nella cultura del Giappone antico“. Un percorso che toccherà come oggetti esposti oltre alla ceramica RAKU anche esempi di Origami, Ikebana, Stone Balancing, Bonsai, Kintsugi, Il giardino Zen, Kokedama, mentre per la parte prettamente culturale La cerimonia del Tè, la poesia Haiku, il libro fotografico “Corrispondenze” Lo Zen, la scrittura. Altra ragione è la collaborazione di competenze in ogni singolo campo, soggetti che ne hanno titolo a trattare e parlare. Infine, un fitto programma di appuntamenti serali e pomeridiani dedicati all’approfondimento di ogni singola tecnica o espressione culturale.

L’evento gode del patrocinio del comune di Cividale unito a un piccolo sostegno economico. Apertura mostra tutti i giorni feriali dalle 16 alle 18. Sabati, domeniche e festivi – Mattina dalle 11 alle 13 – Pomeriggio dalle 16 alle 18. PER VISITE IN ORARI DIVERSI prendere appuntamento al 3334147250.

Lo ZEN e la Ceramica RAKU
Sabato 16 dicembre dalle 16. Verrà illustrata questa antica tradizione spirituale nella quale il concetto di perfezione consiste nel vivere la propria vita quotidiana in maniera naturale e spontanea. Poiché lo Zen afferma che l’illuminazione si manifesta nelle attività quotidiane, esso ha avuto una enorme influenza su tutti gli aspetti del modo di vita giapponese tradizionale. Fra questi ci sono non solo le arti della pittura, della calligrafia, della progettazione dei giardini e i vari lavori artigianali ma anche attività cerimoniali come servire il tè o sistemare i fiori, e le arti marziali del tiro con l’arco, della spada e del judo. Ognuna di queste attività è nota in Giappone come un “do”, cioè “tao” o “via” verso l’illuminazione. Esse servono tutte a far conoscere i diversi aspetti dell’esperienza Zen e possono essere usate per preparare la mente e per metterla in contatto con la realtà ultima.

Lo Zen nelle pietre in equilibrio (stone balancing)
Domenica 17 dicembre dalle 17 – Ne parla e dimostra Luca Zaro. Per alcuni di noi, le pietre sono “esseri speciali”, silenziosi ed eterni nella loro storia fatta di milioni di anni passati in solitudine, calpestati per secoli e secoli da animali o da esseri umani senza aver mai avuto uno sguardo di ricambio. Ogni pietra ha una sua storia, segni profondi e indelebili come le cicatrici sulla nostra pelle; ogni pietra ha un suo peso, una sua forma, una sua dimensione e soprattutto, un suo equilibrio. Le pietre in equilibrio è una disciplina mentale rivolta a porre in equilibrio pietre e massi di varie forme senza alcun supporto ulteriore a quello delle stesse forze di gravità. Il balancing, vuole esaltare la forma di alcune pietre in un bilanciamento a volte al limite della “fisica” per ricordarci come la nostra vita spesso viva nel precario equilibrio tra passato e il futuro.

Il Bonsai
Lunedì 18 dicembre dalle 20,30. A cura della associazione “Gruppo Bonsai – Arte nel Tempo”. Famosissima tecnica che consiste nel mantenere intenzionalmente nani, anche per molti anni, alberi tramite potatura e riduzione delle radici. Con questa particolare tecnica di coltivazione si indirizza la pianta, durante il processo di crescita, ad assumere le forme e dimensioni volute, anche con l’utilizzo di fili metallici guida, pur rispettandone completamente l’equilibrio vegetativo e funzionale.

Il Giardino ZEN
Martedì 19 dicembre dalle 20,30 a cura di Giusi Foschia. Tra tutti i giardini orientali, il giardino zen, o “Karesansui”, è il più famoso ed oggi piuttosto diffuso anche in Occidente. Si tratta di un particolare tipo di “giardino secco”, nato nei monasteri zen per favorire la preghiera e la meditazione. Il suo aspetto è decisamente minimalista ed essenziale, composto principalmente da due elementi: pietre e sabbia bianca, ma nonostante l’essenzialità di forme ed elementi, questo crea un vero e proprio paesaggio, dove ogni elemento è espressione di un concetto.

Il Kintsugi
Mercoledì 20 dicembre dalle 20,30 a cura di Luciano Beltamini. Quando una ciotola, una teiera o un vaso in ceramica cadono frantumandosi in mille pezzi, noi li buttiamo con rabbia e dispiacere. Una antica pratica giapponese fa l’esatto opposto: raccolti i cocci essi vengono ricongiunti in modo definitivo utilizzando metalli preziosi che evidenziano le fratture, le impreziosiscono e aggiunge valore all’oggetto rotto. In questo consiste la tecnica del kintsugi, letteralmente oro (“kin”) e (“tsugi”) riunire, riparare, ricongiunzione. La ceramica spezzata riprende nuova vita attraverso le linee di frattura all’oggetto, che diventa ancora più pregiato.

La Cerimonia del Tè
Giovedì 21 dicembre dalle 20,30 a cura di Tsechmajstrenco Valeria con assaggio del tè. Si tratta di un modo di preparare il tè verde che segue un rito in cui gesti e piccoli movimenti sono ripetuti con una sequenza ben determinata e generalmente si tiene presso ambienti tradizionali con tatami e/o con viste su giardini giapponesi. Durante la cerimonia ci sono quattro aspetti principali da rispettare che sono stati imposti dal monaco buddista Sen no Rikyū e sono l’armonia, il rispetto, la purezza e la tranquillità. Lo strumento forse più celebre durante questa preparazione è il Chasen, il frullino con il quale si mescola il tè verde che poi viene servito con un okashi, cioè un piccolo snack dolce ma dal sapore tenue che contrasta il sapore amarognolo del tè.

Presentazione del Libro Fotografico CORRISPONDENZE
Venerdì 22 dicembre dalle 18. Frammenti di saggezza Raku di Cristina Noacco. Conversazioni, letture , proiezione. Dialogherà con l’autrice il fotografo Alberto Missana

L’Ikebana
Giovedì 28 dicembre dalle 20,30. Ikebana deriva dal buddismo: portare fiori all’altare è un’arte tradizionale giapponese: si dispongono i fiori sul vaso esprimendo il proprio animo. Chi guarda l’arte apprezza la bellezza e ama la preziosità della composizione. In documenti dell’epoca Heian (dal 794 al 1191) si può già leggere dell’amore della gente nobile per le composizioni di fiori sul vaso; nell’ultimo terzo dell’Epoca Edo (dal 1603 al 1867), si diffuse anche nel popolo. Nell’ikebana le composizioni non vengono fatte solamente con fiori recisi ma anche con rami, tronchi, foglie, muschi.

L’Origami
Venerdì 29 dicembre dalle 20,30 a cura di Margot Lunetta. L’arte di ottenere, piegando più volte un foglio di carta secondo precisi schemi geometrici, figure di persone, oggetti, fiori, animali senza usare colla e forbici. L’origine dell’origami risale al periodo Heidan (714-1185 d. C.) della storia del Giappone ed è strettamente collegata ai riti religiosi dello Shintoismo: i primi modelli (una farfalla maschio e una femmina stilizzati) venivano applicati al collo delle bottiglie di saké durante le cerimonie nuziali. Ed è tutt’ora in uso la tradizione di legare a delle corde appese fuori dai templi fogli di carta piegati a “zig-zag” contenenti preghiere, affinché il vento, muovendoli, le porti più vicino alle orecchie degli dei.

La poesia HAIKU
Sabato 30 dicembre dalle 17 a cura di Aldina De Stefano. L’Haiku è una poesia di tre versi ( 5-7-5 ). Aldina De Stefano compone haiku dal 1999, premiati nel 2012 e 2013 a Roma al Concorso nazionale Haiku, Ambasciata del Giappone. Pubblicati su diverse riviste anche giapponesi e in rete. Scrive soprattutto quando piove. Vive appartata, in presenza delle cose che accadono, nativamente silenziose.

Kokedama
Giovedì 12 gennaio dalle 20,30 a cura di Maria Grazia Borgnolo. Sembrano piante che volano, ma si chiamano kokedama e basta guardarle per sentirsi avvolti in un’atmosfera zen. Il senso di pace è immediato. La loro storia è di semplici origini, perché i kokedama sono nati come alternativa alla pianta in vaso. A differenza di altri stili di bonsai, la sua storia non è così antica: si dice l’idea derivi dalla tecnica Nearai, uno stile popolare durante l’epoca Edo in Giappone dove il bonsai veniva estratto dal vaso per goderne la bellezza a tuttotondo, come una scultura. In modo da girargli attorno. Sono tante e diverse, sempreverdi o fiorite, le piante destinate a rimanere piuttosto piccole a causa delle esigue dimensioni della “palla” in cui radicano.

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