Agli albori del Giallo italiano Letture teatrali a Pordenone

9 Aprile 2018

PORDENONE. Si avvolge di mistero la rassegna Esercizi di memoria per Exconventolive, in occasione dell’appuntamento di mercoledì 11 aprile, alle 19, nel Convento di san Francesco a Pordenone. L’attore Luciano Roman, affiancato questa volta anche da Viviana Piccolo, darà voce a una vera rarità: alcuni brani tratti dai drammi gialli Giuseppe Romualdi e Guglielmo Giannini, autori oggi dimenticati, che negli anni ’30 spopolavano sui palcoscenici di tutta Italia. Forse non tutti sanno, infatti, che prima dei nostri commissari e marescialli televisivi, prima ancora delle fiction sui delitti irrisolti, addirittura prima ancora dei celebri romanzi «gialli» editi dalla Mondadori, agli albori della passione degli italiani per gli intrighi polizieschi c’erano le commedie teatrali.

Gioia Battista e Luciano Roman

Veri e propri «drammi gialli», confezionati a uso e consumo di un pubblico di massa che invadeva letteralmente le platee dei teatri, e che faceva impallidire la prosa ben più famosa di Pirandello o D’Annunzio. Grazie agli interventi del prof. Paolo Quazzolo dell’Università di Trieste e di Gioia Battista, durante la serata si scopriranno simpatici retroscena di queste produzioni drammaturgiche. Per potersi mantenere in vita, infatti, il genere poliziesco dovette destreggiarsi tra mille divieti imposti dalla censura fascista, divieti che, come spesso accade, divennero stimolo per trovare soluzioni nuove e sorprendenti. Tutto questo spiega la scelta dell’ambientazione quasi sempre collocata fuori dal territorio italiano; la nazionalità dei personaggi, quasi sempre inglesi, americani o francesi. È chiaro, infine, che l’idea di un giallo dal finale aperto, ossia senza soluzione o, peggio ancora, senza la cattura dell’assassino, non era neppure concepibile. Verrà dunque svelato il giallo dei drammi gialli. L’ingresso è libero.

Luciano Roman ha lavorato un decennio al Piccolo Teatro di Milano come attore protagonista di spettacoli di Strehler e Ronconi. La sua formazione si deve anche ai numerosi ruoli ricoperti in spettacoli di Castri, Squarzina, Marcucci, Carriglio, De Simone, Calenda, Patrice Kerbrat, Giorgio Pressburger, e molti altri. Ha collaborato per molti anni con il Teatro Biondo di Palermo come attore, regista e insegnante di recitazione. Come regista ha ideato diversi spettacoli tra cui “L’oro in bocca”, di Giuseppe Bonaviri, ‘‘Anima’’ dagli scritti di Leonardo da Vinci, “I promessi sposi siamo noi” da Manzoni, “Non buttiamoci giù” da Nick Hornby. Ha partecipato come protagonista a numerose serie televisive Mediaset (“Vivere”, “Centovetrine”, “Carabinieri”) e Rai (“Provaci ancora Prof”, “Tutto può succedere”). Molti ricordano la sua immagine nel celebre spot “Thè Infrè”.

Paolo Quazzolo, laureato in Storia del Teatro e dottore di ricerca in italianistica, è professore associato di Storia del Teatro al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste. Ha al suo attivo circa 150 pubblicazioni. Si occupa del teatro tra Otto e Novecento, della nascita della regia, delle dinamiche del teatro nella società delle masse, della drammaturgia italiana degli ultimi cinquant’anni nonché della politica culturale dei teatri stabili. Si occupa inoltre del teatro di Carlo Goldoni. In ambito didattico tiene alle Università di Trieste e di Udine, i corsi di Storia del Teatro, Drammaturgia, Organizzazione ed economia dello spettacolo.

Gioia Battista è scrittrice e drammaturga. Laureata in Lettere con una tesi in Drammaturgia Contemporanea, lavora da più di dieci anni in ambito teatrale come drammaturga e aiuto regista. Fino al 2017 è stata assistente di produzione e aiuto regista al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Vincitrice del premio Monzani (già Premio Candoni) con il testo «Il corpo che parla». Ha collaborato con il Museo Svevo e Joyce di Trieste con lo spettacolo «Una vita (da cani)» da testi di Svevo e Kafka, di cui è autrice e regista. Ha curato l’adattamento drammaturgico del testo «Lei Dunque Capirà» di Claudio Magris, per la regia di Antonio Calenda e l’interpretazione di Daniela Giovanetti, prodotto per il Festival VeliaTeatro. Ha affiancato registi come Antonio Calenda, Furio Bordon, Serena Sinigaglia, Marko Sosic, Igor Pison e ha lavorato, tra gli altri, con i maestri Giorgio Albertazzi e Roberto Herlitzka.

Argomenti correlati:

Condividi questo articolo!