Un trio che sa comunicare a tutti la bellezza della musica
9 Giugno 2015TRIESTE. Dopo l’Orchestra Senza Confini, un’altra proposta giovane e internazionale per la XIII edizione de “Le Nuove Rotte del Jazz”: direttamente dalla Danimarca arriva a Trieste, per la prima volta in Italia, il Søren Bebe Trio, in un concerto a ingresso libero all’Auditorium del Museo Revoltella giovedì 11 giugno alle 20.30. Capitanato dal pianista, compositore e bandleader Søren Bebe il trio, nato nel 2007, è composto da Anders Mogensen alla batteria e Kasper Tagel al contrabbasso. Søren Bebe si inserisce perfettamente nella scia dei maggiori pianisti jazz nordeuropei, Esbjorn Svensson e Tord Gustavsen sono quelli che si citano più di frequente per descrivere le sonorità difficili da etichettare cui sa dare vita con il suo trio.
Scrive di Bebe “All About Jazz”, uno dei siti jazz di riferimento a livello mondiale: “Bebe appartiene senza dubbio alla tradizione di pianisti lirici che va da Erroll Garner e Bill Evans a Keith Jarrett. Ciò che Bebe aggiunge a questa tradizione è la semplicità del folclore popolare, con tristi ballate nordiche che sbocciano come timidi fiori nella notte”. Come pianista e compositore, Søren Bebe s’ispira a una vasta gamma di sonorità, dal jazz americano ed europeo alla musica classica contemporanea, fino al rock, al pop e alla musica folcloristica danese. Tutte queste influenze si mescolano nella sua band, dando vita alle sonorità uniche del Søren Bebe Trio. Con quattro album all’attivo e un gran numero di concerti la band è di anno in anno sempre più richiesta. Il loro ultimo lavoro vede come special guest il grande Marc Johnson al contrabbasso ed è stato registrato al Sear Sound Studio di New York dal leggendario James Farber. Il britannico Jazz Journal scrive della band: “Delicata e ipnotica… ricorda Bill Evans nel suo classico trio LaFaro/Motian”.
A colpire il pubblico è l’energia, la concentrazione e il virtuosismo musicale che la band sfodera a ogni esibizione. Spiega Søren Bebe: “Per me la musica è fatta di emozioni, energia e comunicazione. Tra i componenti della band, ma anche tra i musicisti e la platea. Mi piace incontrare il mio pubblico e trasportarlo fin dentro la musica e durante i nostri concerti ho verificato che ciò che suoniamo è davvero per tutti, anche per le persone non avvezze all’ascolto del jazz. Anche se la musica è complessa e contiene molta improvvisazione, è allo stesso tempo molto melodica e ritmicamente eccitante”.