Un omaggio a Borges

28 Marzo 2012

Con un omaggio al grande poeta argentino Borges si conclude a Tavagnacco la Rassegna di musica da camera, organizzata dal Comune in collaborazione con il Conservatorio Tomadini. L’appuntamento è per giovedì 29 marzo (ore 20.45) al Centro civico, con Leggende di periferia, un libero adattamento dei testi poetici a cura di Claudia Brancaccio. Le Cameriste Ambrosiane eseguiranno brani di Astor Piazzolla, adattati per quartetto d’archi. La voce recitante sarà di Dario Merlini.

Jorge Luis Borges, il grande poeta argentino, l’ “Omero della Pampa”, parla di sé e lo fa a cuore aperto, quasi confidasse i suoi segreti ad un diario. Parla della sua infanzia e della sua famiglia, dell’amore per la poesia e della sua viscerale passione per il coraggio. Il poeta ci prende per mano e apre per noi la porta che dà su un polveroso corridoio di un’antica casa abbandonata. Ci ritroviamo così di fronte ad una ricca collezione privata di ritratti: da un lato uomini di lettere, come suo padre, dall’altro uomini d’arme e valorosi eroi di guerra, come lo zio Francisco. Due tipologie che si contrappongono e insieme si integrano, perché se da una parte l’eroe, per perdurare nella memoria, ha bisogno della poesia, dall’altra parte poesia per eccellenza è quella epica: letteratura che esalta il proprio rovescio assiologico e cioè il rischio, il coraggio, la forza, la lotta; penna che come a voler tacitare il proprio complesso di inferiorità si fa ancella della spada. E se il termine letterato dovrà essere inteso in senso ampio comprendendo eruditi, filosofi, mistici, intellettuali, lo dovrà essere anche il termine guerriero. Basta che siano stati uomini di coraggio e azione, abili nel maneggio di un’arma, non importa se questa sia meno nobile della spada. L’accorato “ubi sunt” del poeta risuona su compadritos e gauchos non meno che sui militari veri e propri. Povera gente, popolani dei sobborghi che fondarono in polverose strade la setta del coltello e del coraggio. Uomini come Juan Muraña, il compadrito più famoso tra coloro che alla fine del secolo scorso ebbero a teatro delle loro gesta il quartiere Palermo, come Servando Gardoso detto Gno Calandria, come Don Nicanor Paredes. Gente dal coltello facile, il fior fiore dei Dio mi scampi, che non alzavano mai la voce ma erano capaci di giocarsi la vita. Uomini che non hanno avuto “otra virtud que ser valiente” e che benché stesi nel fango dal coltello di un nemico, o da quell’altro nemico inesorabile che è il Tempo, ancora vivono nel Tango.

Borges racconta la Storia di questi uomini che, grazie a lui, raccolgono le eredità di molti altri che la mitologia ha dimenticato o ha assimilato ad essi, regala loro rango e ricchezza di simbolo e li fa Archetipi, Personaggi con la pirandelliana P maiuscola, che finiscono paradossalmente col riconoscersi di più nelle pagine di altri autori o nel raffinato arpeggio di una chitarra. Ad accompagnarlo, naturalmente, il Tango di Astor Piazzolla, “pensiero triste” che non solo “si balla”, ma anche si suona e si ascolta in silenzio, una musica viscerale, intrisa di malinconia, ma animata da prorompente vitalità che racconta, senza parole, le stesse storie.

L’ensemble “Le Cameriste Ambrosiane” è nato nel 2010 da un’idea di alcune prime parti dell’Orchestra dell’Università degli Studi di Milano, considerata una delle migliori orchestre giovanili italiane. È un ensemble ad organico variabile, composto principalmente da archi, ai quali, a seconda delle occasioni e dei programmi, possono aggiungersi fiati, arpa, pianoforte, percussioni. Vincitrici di concorsi nazionali ed internazionali, Le Cameriste Ambrosiane sono tutte giovani musiciste professioniste che collaborano con alcune delle migliori orchestre italiane e straniere (Filarmonica del Teatro alla Scala, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Filarmonica Toscanini di Parma, Orchestra de I Pomeriggi Musicali, Orchestra giovanile Luigi Cherubini, Teatro Regio di Parma, West End Deutsche Philarmonie…) e che hanno contemporaneamente maturato una grande esperienza in complessi cameristici stabili (Quartetto di Fiesole, Quartetto Indaco, Quartetto Mèlica, la Camerata Nordica, I Virtuosi Italiani, l’Orchestra da camera di Engelberg, gli Archi della Scala, l’Orchestra da camera de I Pomeriggi Musicali…). L’intento dell’ensemble è infatti quello di approfondire lo studio dell’interpretazione delle più belle pagine della letteratura per orchestra con spirito squisitamente cameristico, affiancando ad esse l’esecuzione di musica da camera propriamente detta (quella per organici grandi, dal quintetto all’ottetto) da parte di musiciste che suonano principalmente insieme, allontanandosi dalla prassi usuale che prevede il quartetto affiancato occasionalmente da musicisti ospiti.
L’amore per la musica da camera e la volontà di divulgarla presso i giovani e il grande pubblico ha portato alla nascita, nel cuore di Milano, della rassegna “A mezzdì…”, ciclo di appuntamenti durante i quali alcuni grandi capolavori della musica da camera vengono non solo eseguiti dalle diverse formazioni dell’ensemble, ma anche illustrati da giovani musicologi e dalle musiciste stesse. Le Cameriste Ambrosiane, inoltre, collaborano fin dalla fondazione con il progetto L’altra metà della musica dell’Associazione Mont Rose de la Vallée d’Aoste, dedicato alla riscoperta di compositrici dimenticate dalla storiografia ufficiale nonostante il valore artistico delle loro opere, tanto che nei loro programmi trovano frequentemente spazio brani di compositrici donne dal Settecento alla Musica Contemporanea, sia di musica da camera che sinfonica (l’ensemble può allargarsi fino a diventare un’orchestra di circa 50 elementi).

Dario Merlini si diploma come attore presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Lavora prevalentemente in teatro, con registi come Giulio Bosetti (Sei personaggi in cerca d’Autore),Bruno Fornasari (La Festa di Spiro Scimone), Giuseppe Emiliani (La Bottega del Caffè), Peter Cleough, Elie Malka e altri, presso teatri quali: Carcano e Piccolo di Milano, Stabile di Torino, ENSAT di Lione. Affianca all’attività di attore quella di assistente alla regia (Animali Notturni di Juan Mayorga, regia di B. Fornasari) e di regista e drammaturgo. Nel cinema partecipa a due cortometraggi prodotti da Sky Cinema, Diario di un killer telefonico (Daniele Salvini e Maria Cantucci, 2007) e Il malato (Antonello Schioppa,2007), e nel lungometraggio Doppio (Eric Alexander, 2006). Inoltre ha partecipato ad alcuni programmi televisivi prodotti dalla RAI, da Mediaset e da Sky, tra cui L’almanacco del Gene Gnocco, Scherzi a parte, Dogtown, e in vari annunci pubblicitari. Nel 2011 il suo testo drammaturgico Quello che c’è fuori arriva finalista al prestigioso Premio Riccione – Tondelli.

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