Don Ciotti: “La prima riforma è quella delle coscienze”

16 Maggio 2014

UDINE. “La vita ci affida un impegno: è quello di impegnare la nostra libertà per liberare chi libero non è”. Don Luigi Ciotti, ospite venerdì mattina a vicino/lontano per l’incontro “Il piacere della legalità? Mondi a confronto”, sintetizza così il dovere di ogni cittadino e di ogni essere umano nei confronti dei propri simili. L’incontro, parte di un progetto interistituzionale che quest’anno ha raggiunto la sua settima edizione, ha coinvolto i ragazzi delle scuole superiori di Udine in un momento di riflessione attiva.

Vicino Lontano 2014 - Il piacere della legalitaIntrodotto da Pierluigi Di Piazza, Ciotti ha rimarcato come le parole fondamentali, prima ancora che “legalità”, debbano essere “responsabilità” e “uguaglianza”. “La legalità non è altro che uno strumento per raggiungere il nostro vero obiettivo: la giustizia, che è fatta di prossimità e di una robusta cultura della responsabilità”.
Durante il suo intervento appassionato e applauditissimo all’ex Chiesa di San Francesco, Don Ciotti si è rivolto in particolare ai ragazzi presenti, spronandoli a impegnarsi, ad abbracciare proprio quel senso di responsabilità sul quale ha posto l’accento: “Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Di più, tutti”. È questa distanza fra il pensiero e l’atto pratico che deve essere assottigliata: non è sufficiente indignarsi (“l’indignazione ormai è divenuta quasi una moda”).

Vicino Lontano 2014 - Il piacere della legalitaIl plauso va ai giovani di Libera, l’associazione contro le Mafie, che proprio dell’impegno hanno fatto una bandiera, spendendosi concretamente giorno dopo giorno per diffondere in Italia una cultura della giustizia.
Ma – precisa – la strada è in salita, è complicata e difficile, perché il vero problema non sono le Mafie, il vero problema siamo noi; il vero scoglio è la ‘mafiosità’, intesa come una cultura mafiosa diffusa. Liberare il paese da questo stato di (in)coscienza, da questo pensiero distorto, da quello che Ciotti definisce “senso della legalità malleabile”, è la priorità assoluta. E conclude: “la prima riforma di cui ha bisogno l’Italia è quella delle coscienze”.

Argomenti correlati:

Condividi questo articolo!